La nostra parrocchia accoglie una reliquia dei Santi Martiri d’Otranto che verrà poi inserita nell’altare della Chiesa nuova durante il Rito di Consacrazione del nuovo Tempio.
8 agosto 1991 – 8 agosto 2021: lo sbarco dei ventimila albanesi sulla Vlora 30 anni dopo
Domenica 8 agosto 2021, in occasione dei 30 anni dallo sbarco di 20.000 albanesi dalla nave Vlora, è stata inaugurata una nuova piazzetta su lungomare di San Girolamo intitolata proprio “Sono persone 8.8.1991”, in ricordo della celebre frase pronunciata dall’allora Sindaco Enrico Dalfino «Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza». Sulla stessa piazza svetta un monumento che ripete la stessa frase in codice morse, linguaggio universale.All’evento ha partecipato anche il nostro don Pasquale, così come il Sindaco di Bari Antonio Decaro e i Sindaci di Tirana e Durazzo.
Più tardi nella serata si è tenuto uno spettacolo dal titolo “La nave dolce” che ha ripercorso i concitati momenti di quei giorni dal punto di vista degli albanesi che sono sbarcati e da quello dei baresi presenti.
Dalla Testimonianza degli effetti dello sbarco degli Albanesi in Terra di Bari di don Carmine Leuzzi, fratello del nostro diacono Giacomo
Nel 1992, a Tirana, capitale della nazione Albanese, cade il regime dittatoriale e criminale di Enver Hoxhia, in seguito ad una sommossa studentesca organizzata per chiedere libertà e cambiamento verso una nuova politica democratica.
Le motivazioni che hanno spinto la popolazione albanese, in particolare uomini, poche donne, molti giovani, studenti, professionisti, poliziotti e molti che erano detenuti in carcere, (perché in quei giorni, sono state aperte a scopo politico le porte di tutte le carceri), ad imbarcarsi su navi, raggiungendone il massimo della capienza, e partire verso il porto di Brindisi, di Bari e altri porti, sono state, innanzitutto, le gravissime condizioni socio-sanitarie ed umanitarie che lo stesso regime ateo, comunista e materialista, aveva lasciato in eredità ad una popolazione affranta e sfinita dopo cinquanta anni di miseria e povertà.
Erano pieni di speranza, aperti aperti a vivere giorni di risveglio e di ricostruzione umana e politica. Inoltre, prima della caduta del regime comunista, l’Albania era una Nazione chiusa nei propri confini nazionali. Con il cambiamento politico, essa si è aperta ad altre realtà, anche attraverso i canali televisivi nazionali e stranieri. Così, la sua popolazione poté anche vedere quella che era la ricchezza economica italiana.
Vennero quindi in Italia sognando la fortuna, per trovare lavoro, inserirsi nelle università e vivere la libertà che si respirava in Europa, in America ed in tutte le Nazioni sviluppate e progredite. Ma la popolazione, recuperata la libertà politica, non era in grado di affrontare le nuove proposte che venivano dalle nazioni straniere. Per questo, alcuni di loro, arrivati al porto di Bari, e notando di essere stati rinchiusi in uno stadio, con tutti i disagi conseguenti e nonostante gli interventi prodigiosi del sindaco di Bari, Enrico Dalfino, hanno messo in atto atteggiamenti incivili e tumultuosi ed in tanti hanno tentato di fuggire da quel luogo per recarsi in altre città e nazioni europee.
La popolazione della città di Bari ha tuttavia riservato ai cittadini della Nazione albanese un’accoglienza meritoria. Molti si sono veramente prodigati per il bene di queste persone. Sono stati mesi molto impegnativi e duri.
Io, parroco della Chiesa di San Pio X nella periferia di Bari, ho accolto alcuni giovani e attraverso i loro racconti, ho imparato ad conoscere ogni aspetto socio-politico dell’Albania e ad amare quella nazione, perché perseguitata per la fede cristiana cattolica, con molti martiri. Sono arrivato al punto di chiedere all’Arcivescovo, S. E. Mons. Mariano Magrassi, di esservi inviato in missione diocesana, per rievangelizzarli alla fede della Chiesa cattolica in Gesù Cristo, risorto dalla morte di Croce, speranza concreta per quella Nazione, con un’intensa pastorale missionaria.
Benedetto sia il Signore che ha compiute meraviglie in questi anni, con la sua Grazia.
d. Carmine Leuzzi